Ci siamo, a distanza di 15 giorni ancora in regata, equipaggio “semiridotto” ma degno di tal nome.
La regata si svolge solo di sabato e, causa tempo ideale per un bagnetto ma non per una regata, la partenza è spostata alle 12. Arriverà il vento ? per ora siamo in attesa, preapariamo i panini per le giuste energie, sistemiamo la barca per il match ed eccoci sulla linea di partenza ad attendere in vento come tutti gli altri. La classe libera è formata da una dozzina di barche e con il nuovo sistema di rating anche per la classe libera non abbiamo veri competitor diretti, se non le barche simili alla nostra ma per il gusto del tempo reale.
Una leggerissima brezza comincia ad alzarsi ed il comitato perpara la linea di Partenza; come da istruzioni il percorso parte da Chiavari verso Punta Chiappa, prevede li un giro di boa e ritorno a Chiavari, aria permettendo; possibile riduzione di percorso alla boa “di andata” in caso di assenza.
La partenza è insolita; il comitato dà via radio istruzioni facoltative solo nella fase preliminare della partenza, poi sta in silenzio radio scandendo, solo con bandiere e segnali acustici, il resto della procedura. Tutto regolare, ma il gioco lascia un po’ spiazzati i più abituati ad attendere il count-down via radio. Noi siamo parzialmente tra questi e, memori delle regate da ragazzini sugli optimist dove la radio non si sapeva neanche cosa fosse, partiamo, non senza qualche esitazione tra quelli che avevano intuto che la partenza stava avvenendo in modo regolare ma inconsueto.
Con il flebilissimo venticello che ci spinge facciamo un lungo bordo mure a sinistra per avviarci, a passo felpato verso il promontorio di Portofino; siamo in mezzo alla classifica, teniamo duro, nel quasi silenzio di tutti, vento compreso, cercando di sfruttare le minime sedicenti raffiche. Qualcuno vira per allontanarsi un po’ da costa, ma noi non ci crediamo. Grave errore ! dopo quasi due ore siamo “impantanati” sotto il promontorio di Portofino, troppo sottocosta, dove nemmeno un alito di vento spira e perlopiù le leggere onde di rimbalzo sulla costa ci fanno ballare quanto basta per perdere ogni forma delle vele e direzionalità della barca. Non siamo i soli, ma questa non è una scusa; a colpi di battute con i simpatici compagni di sventura che hanno commesso il nostro stesso errore ci caviamo dall’empasse e raggiungiamo la meda di Punta Chiappa, che ha sancito anche la fine della regata, a percorso ridotto, per il poco vento ulteriormente in diminuzione.
Giusto una mezzoretta di lento governo sotto spinnaker, messo a riva quasi solo per fargli prendere aria e per esercizio e poi rientro a motore per la premiazione.
Ottavi su dodici in classifica, speravamo meglio ma abbiamo pagato l’errore ed un rating poco favorevole ci ha tolto due posizioni, ma siamo contenti lo stesso, abbronzati e pronti per goderci la serata e l’uscita di allenamento della domenica, in cui accostiamo ad alcune barche evidentemente in giro per lo stesso scopo, confondandoci a colpi di amichevoli virate e saluti.
Buon Vento Velarandagia, Grazie a tutti i partecipanti !!!