Trofeo Lions 2018

Come sempre i più accaniti (ma anche i più fancazzisti a lavoro) partono per primi… Ed eccoci in quattro alle 15.00 di venerdì per il trasferimento a Chiavari. Perfezioneremo l’iscrizione alla regata, controlli e setup da regata, e trasferiremo la barca da Lavagna a Chiavari per respirare meglio l’aria della competizione presso lo Yacht Club Chiavari che ha organizzato questo evento di beneficenza.

E’ una regata di beneficienza e non ci attendiamo concorrenti accaniti e noi restiamo in tema, con lo sport team Velarandagia che conta alcuni componenti della vecchia guardia e qualche new entry che, come atteso ha dato grande soddisfazione di spirito randagio e di doti tecniche. La serata scorre tranquilla, ancora qualche operazione preliminare alla barca, una meritata cenetta dopo l’arrivo dei ritardatari, un po’ di studio delle regole e in cuccetta. 

La regata partirà alle 12.00 e noi molliamo gli ormeggi di buon’ora per prendere confidenza con le manovre, data la presenza delle new entry. Dimostriamo subito affiatamento: Maurizio al timone, Lara ed Enrico a prua e albero, Il Prof alla randa, Riccardo tayler e Paolo jolly tayler centrale e skipper… bravi da subito, vecchi e nuovi ognuno assume il ruolo; girovaghiamo per un po’ con la tramontana che ci spinge ma che sembra voler mollare da un momento all’altro. Le operazione di piazzamento del campo si dilungano un po’ ma poi pronti al via, dopo le classi “pettinate” è il nostro turno, siamo in classe libera. Partenza da manuale, ci destreggiamo tra barche, spesso più grandi della nostra e partiamo per primi !!! Al via siamo esattamente sulla linea e ben lanciati e dal lato favorevole con la prua stretta in una bolina che sembra portarci già dritti all’allevamento che è stato usato come obiettivo del primo bordo.

Dopo pochi minuti in cui vediamo sopraggiungere i bestioni sopra i 45 piedi e teniamo testa alle barche di nostra pari stazza, siamo tutti fermi, il vento sta girando. Sfruttiamo bene le flebili ariette che sporadicamente sopraggiungono forti anche di una barca pulita e che ama il vento leggero. Ma la calma, fortunatamente non dura molto e parte una leggera termica da sud. Ripartiamo,  è una regata costiera, i bordi lunghi e gli incroci non sono molti, ma siamo certi di tenere il passo, stringendo al meglio ma lasciando correre la barca, meglio un po’ di strada in più ma più veloci.

E’ ora della boa, non senza qualche fatica a trovare la meda giusta intorno a cui girare siamo pronti per il granlasco. Con il poco vento la riduzione di percorso è quasi certa. Il bordo di poppa non fila liscio come la bolina e talvolta non riusciamo a far camminare la barca come vorremmo. La posizione è comunque già definita; i big se ne sono andati e noi siamo piazzati bene. Capiamo solo a metà bordo come far filare veramente Kehaar sotto spinnaker. Troppo tardi per rimontare ma in tempo per piazzarci al terzo posto in classifica assoluta dove neanche i compensi del nuovo sistema FIV per la classe libera fanno cambiare idea al ranking. 

Partecipiamo alla premiazione fieri del nostro terzo posto, fieri di aver partecipato ad un evento benefico, fieri di aver fatto bene nonostante non fossimo un equipaggio storico e perfettamente affiatato. Abbiamo trovato subito la quadra, grazie a tutti dai “veterani” alle new entry. Grazie all’interpretazione dello spirito randagio, dove tutti sanno un po’, tutti imparano in fretta dai propri errori e da quelli altrui, tutti si danno da fare senza strafare, consapevoli che è un gioco, uno svago, una amicizia che comincia e che si protrae, tra di noi, con la barca e con il mare.

 

 

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